Quando ho incontrato mio marito, sono rimasta immediatamente colpita da quanto fosse premuroso, intelligente, sicuro di sé, bello.
Avrei presto scoperto, però, che aveva delle problematiche irrisolte. Era stato tradito praticamente da tutte le donne con cui aveva avuto una relazione negli ultimi 17 anni. Queste ferite non erano mai state curate ed avevano anzi generato in lui l'abitudine ad alcuni comportamenti spiacevoli.
Erano due mesi che ci frequentavamo quando ho deciso di passare una serata a casa mia per fare un po' di pulizie, cucinare e parlare al telefono con un'amica.
Durante quelle due ore, mi mandò cinque messaggi. Li avevo letti, almeno un paio di essi, ma ero molto occupata e mi ero dimenticata di rispondere.
Quando sono arrivata a casa sua quella sera, era visibilmente alterato.
E poi sono iniziate le domande:
"Con chi eri?". "Che stavi facendo?". "E' venuto qualcuno?"
Non avevo idea di come rispondere. Mi sentivo attaccata, sulla difensiva, offesa. Ho cercato di rispondere in modo onesto e concreto.
"Stavo parlando al telefono con Jenny", ho detto.
"Ok, e quando hai parlato con Jenny?" mi ha risposto.
Ho cercato di dargli un orario, poi ho realizzato che mi ero confusa, e ho cercato di correggermi.
(continua di seguito...)
"La storiella sta cambiando adesso?"
"No", ho risposto, e poi sono stata zitta.
Ero perplessa. Avevo passato del tempo mettendo in ordine il bucato, sistemando il mio armadio e raccontando alla mia migliore amica che stavo passando un brutto periodo, e il mio ragazzo non mi credeva.
Non avevo fatto nulla di sbagliato, ma mi sentivo in colpa.
Un sacco di pensieri mi ronzavano nella testa:
Ah, se solo gli avessi risposto appena ho visto i messaggi... Se lo avessi chiamato... Se solo avessi...
Ma poi finalmente ho realizzato che non ero io il maledetto problema. Anche se tutti stanno attaccati al loro telefono, non sono obbligata a rispondere immediatamente solo perché se lo aspettano.
Oggi io e io marito abbiamo una relazione di cui essere fieri, ed è davvero tanto tempo che non assisto più a sue scenate di gelosia.
Ecco cosa puoi fare se ti ritrovi in una situazione simile:
1. Ricorda: il problema non sei tu
Le gelosie del mio partner erano SUE, e non erano basate sulla realtà, ma radicate nelle sue paure.
A un certo punto ho pensato che se gli avessi fatto vedere il telefono e dato un resoconto preciso di cosa avevo fatto e quando, avrebbe capito che il suo comportamento stava diventando ridicolo. Ma davanti al mio tentativo di mostrargli il telefono, ha obiettato: "Beh, potresti aver cancellato le chiamate".
Se addirittura gli avessi mostrato un video di ciò che avevo fatto, non sarebbe bastato. Il suo cervello, agitato dalla paura, avrebbe trovato altre obiezioni.
2. Osserva le tue reazioni
Le persone mosse dalla paura non sono razionali. Litigare con loro o cercare di dimostrare le tue ragioni non ti porterà da nessuna parte. E metterti sulla difensiva non aiuterà neppure te.
Piuttosto, cerca di essere d'aiuto dicendo cose come: "Mi dispiace che ti senta così. Non era mia intenzione. Cosa posso fare per aiutarti a non sentirti così?"
3. Stabilisci dei confini
I confini sono per te, per proteggere te, non per punire l'altra persona. I confini non sono muri insormontabili che un'altra persona deve superare per soddisfare le tue esigenze o per rendersi adeguata a stare con te. I confini non sono ultimatum.
I confini indicano chiaramente cosa ti piace e cosa non ti piace e cosa sei disposta ad accettare o meno.
Quando un confine viene superato con me, lo comunico all'altra persona. Se viene attraversato di nuovo, mi allontano dalla situazione. Se se le cose continuano a non cambiare, abbandono la relazione.
Se il tuo partner ha problemi di gelosia, i tuoi limiti potrebbero includere il fatto che non gli è permesso frugare tra le tue cose, alzare la voce quando è arrabbiato, ecc.
Sai cosa ti fa sentire bene e cosa no. Dillo al tuo partner e poi comportati di conseguenza prendendoti cura di te stessa quando queste situazioni si presentano.
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4. Comunica
Non aver paura di esprimere al tuo partner come ti fanno sentire le sue azioni, ma non essere prepotente, e non sminuire ciò che sta provando. I sentimenti sono sentimenti. Nessuno può non sentire ciò che sente.
"Quando mi hai accusato di stare con qualcun altro, mi sono sentita ferita perché mi hai dimostrato che non ti fidi di me" è stata una cosa che ho detto.
"Ho davvero paura che questo continui a succedere, e che si trasformi in cose anche peggiori", gli dissi pure.
5. Sii affettuosa
Ad un certo punto del nostro primo litigio per gelosie, ho preso la mia borsa e ho detto che sarei tornata a casa.
"Se è quello che vuoi, la porta è aperta", mi ha risposto.
Le persone gelose sono le più terrorizzate dall'abbandono. Il fatto stesso di essere gelose può rendere l'abbandono realtà, poiché il loro comportamento allontana letteralmente le persone che amano.
Dato che ero coinvolta nella relazione, ho scelto di restare. Ho scelto di avvicinarmi e abbracciarlo e dire: "So che hai paura. Mi importa di te. Mi piacerebbe restare".
Per quel particolare litigio, questo ha interrotto la sua follia perché, ero lì accanto a lui e non stavo scappando. Nei giorni successivi, ho continuato ad essere affettuosa, dimostrandogli con il tatto che ero presente mentre mi onoravo anche essendo disposta a lasciare se uno dei miei confini veniva di nuovo oltrepassato.
6. Sappi che le cose non si risolveranno dall'oggi al domani e preparati a continuare a tornare su questo problema
Un paio di settimane dopo quel primo litigio, io e il mio compagno stavamo parlando dei miei figli (dal cui padre ho divorziato), e per errore ho detto "mio marito" invece di "il mio ex marito".
La reazione immediata del mio partner è stata: "Tuo MARITO?" Seguita da: "Sei ancora innamorato di lui?"
Sono stata sposata con il padre dei miei figli per sette anni e il mio divorzio aveva impiegato un anno per essere completato ed ara arrivato solo un mese prima. È perfettamente comprensibile che di tanto in tanto sbagliassi e supporre per questo che fossi ancora innamorata del mio ex marito era una reazione enormemente sproporzionata.
Problemi come questo richiedono tempo per essere risolti. Il mio partner ci stava lavorando e siamo tutti destinati ad avere delle battute d'arresto in questo genere di percorsi.
Come in ogni relazione, dovevo decidere quanto paziente volevo essere. Non ero io quella con il problema della gelosia (vedi il punto 1.), ma dovevo decidere quanto spazio e quanto tempo volevo dargli per risolvere questo problema.
7. Anche se non sei tu il problema, probabilmente hai anche tu delle cose su cui lavorare
Quello che ho scoperto affrontando i problemi del mio partner è che anche io avevo i miei. Avrei potuto comunicare meglio. Avrei potuto essere più chiara. Avrei potuto essere meno ondivaga.
Mentre lavoravamo insieme su questo problema, ho dovuto lavorare anche per conto mio. In questo modo sono stato in grado di aiutarci entrambi a sentirci più sereni nella relazione.
Sebbene ogni coppia debba navigare nel mare delle problematiche irrisolte, non esiste un modo semplice o universalmente valido per gestire qualcosa di così insidioso come la gelosia di uno o di entrambi i partner. Preparati agli ostacoli sulla strada. Siate onesti, chiari e, soprattutto affettuosi.
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Questo articolo è stato tradotto e pubblicato grazie all'autorizzazione dell'autrice. Puoi trovarne la versione originale qui.