Questo film pare recitato da persone comuni che interpretano attori che interpretano persone comuni. I personaggi coinvolti non riescono ad esprimere ciò che vorrebbero o dovrebbero a causa forse di una sceneggiatura lasciata allo stato embrionale, o di una regia ingenua che non li accompagna.
Marta è una ragazzina cresciuta in Svizzera e trasferitasi nel profondo Sud dell’Italia, Reggio Calabria per la precisione. Qui entra in contatto con la comunità religiosa del quartiere in cui abita che si appresta a preparare lei e altri coetanei a ricevere il Sacramento della Cresima. La ragazzina vaga da un contesto domestico povero e sacrificato a uno religioso che – espresso attraverso la fede cieca e bigotta di una catechista dai toni tanto esasperati da sembrare più stereotipo che personaggio – risulta privo di un qualsivoglia slancio mistico.
Persino Don Mario, il parroco, pare una pecorella smarrita, prima agli occhi dello spettatore che a quelli di Dio. Difatti durante tutto il film uno sforzo è stato impiegato a cercare di comprendere cosa turbasse (ammesso che fosse turbato) l’uomo di Chiesa, nella speranza di intercettare anche solo un segnale da parte della regista che potesse poi svelare l’intento del film. Mi sono tenuta l’incertezza! Specie quando Don Mario e la protagonista affrontano un viaggio fino ad un paese abbastanza distante per prelevare da una chiesa ormai sconsacrata un crocifisso che riempia la loro. Meravigliose le immagini del trasporto del cimelio sul tetto dell’auto e della sua caduta in mare a seguito di una uscita di strada.
Ricerca della Fede?! Turbamenti adolescenziali?! Condizioni economiche e sociali precarie di una comunità che investe quante più energie possibili nell’idea che Dio (forse) manderà di nuovo suo figlio sulla Terra, pertanto vale la pena stare pronti, a dispetto di preti ambiziosi e arraffoni?! Non è stato semplice capire. Questo film pare la ricerca di qualcosa che alla fine non si trova. Un tessuto attraverso il quale le intenzioni della regista si limitano ad essere segnalate senza venire mai veramente espresse.
Credo si debba comunque essere solidali con l’amica Alice Rohrwacher e concederle la possibilità di un rodaggio. CORPO CELESTE è il suo primo risultato e merita un occhio di riguardo nella speranza che in futuro il baco diventi farfalla. Magari lo ha già fatto! Staremo a vedere :)
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