Recentemente mi è capitato di avere una conversazione illuminante sulla leadership con con una mia conoscente di nome Laura. Il capo di Laura - una donna con una rara combinazione di capacità di leadership e sensibilità - aveva appena lasciato l'azienda per la quale entrambe lavoravano. Ho chiesto a Laura si sarebbe sentita pronta a prendere il posto del suo ex capo.
"Non sono ancora qualificata per quel lavoro. Può darsi che lo diventi da qui a qualche anno" mi ha detto. "Spero solo che troviamo un buon leader" mi ha detto, incrociando le dita ed alzando le mani per enfatizzare il gesto.
Laura, come la maggior parte di noi, desidera profondamente lavorare per un capo che riconosca i suoi sforzi, crei opportunità per la sua crescita e sia capace di costruire un team unito che lavori con un forte senso della mission e degli obiettivi.
I leader capaci - quelli che riuniscono in sé visione, carisma, impegno verso l'organizzazione, ed empatia verso i loro collaboratori - sono molto rari. Ogni giorno sentiamo invece parlare di capi che abusano della propria autorità e del loro potere. Sai, quegli amministratori che si concedono ogni lusso e contemporaneamente tagliano ai loro collaboratori l'assicurazione o altri benefit di base. O come quei preti che abusano proprio di quelle persone che sono chiamati a servire. O quei politici che costruiscono le loro carriere sacrificando gli interessi dei loro elettori.
E quindi non è sorprendente che la maggior parte delle persone siano scettiche nei confronti del mondo del business, delle istituzioni religiose e della politica. Ma come possiamo riguadagnare un senso di potere e di controllo quando ciò che otteniamo non dipende da noi e dai nostri sforzi? La risposta è abbastanza semplice: dobbiamo diventare noi stessi i leader che desideriamo incontrare.
1. Impegnati su obiettivi semplici, e realizzali in modo eccellente
Non complicare ciò che devi fare per realizzare i tuoi sogni. Gli obiettivi possono essere ambiziosi e semplici contemporaneamente. Per essere il migliore leader che puoi, è importante che ti impegni a fare le cose bene. Ma mantieni semplice e focalizzata la tua organizzazione mentale su ciò che devi fare.
Io amo il documentario "Joro Dreams of Sushi". E' la storia di dell'ottantacinquenne Jiro Ono, considerato uno dei più grandi cuochi di sushi al mondo. Anche se ha imparato a fare il suo mestiere lungo un percorso di 76 anni, Ono dice "tutto ciò che voglio è fare un sushi migliore"." Mostra una attenzione estrema per qualsiasi dettaglio - scegliere il riso, comprare il pesce, formare il suo staff - tutto con la tensione di spingersi più avanti verso il suo semplice, anche se ambizioso, obiettivo. Come possiamo gestire la nostra vita lavorativa in modo che sia soddisfacente e stimolante per la mente? Ono dice: "Una volta che prendi la tua decisione sul tuo lavoro...devi dedicare la tua vita a perfezionare la tua competenza".
Quindi approccia il tuo lavoro come un abile artigiano. Lavora diligentemente per diventare più abile e più capace - poco a poco - su base quotidiana.
2. Apprezza con equità gli sforzi che vedi fare intorno a te
Abituati a riconoscere e lodare sinceramente gli sforzi di tutte quelle persone che hanno reso la tua vita migliore. Apprezza il contributo di tutti - l'operatore della lavanderia, il dog sitter, il parrucchiere, il postino - con equità. Impegnati ad incoraggiare le persone intorno a te. Come disse il famoso allenatore di basket John Wooden, "Le persone amano pensare che tu sia sinceramente interessato a loro per ciò che sono. E non solo per ciò che possono fare per te. E' tutto un discorso di cortesia, gentilezza e attenzione". Analogamente, essere gentili ed attenti significa ricordarsi l'importanza di perdonare.
3. Non ti lamentare. Piuttosto, accetta la lezione
All'inizio della mia carriera, avevo un capo - una donna - che avevo soprannominato "la mia Nemesi". Spudoratamente ambiziosa, guidava il suo team con il pugno di ferro. Una volta mi seguì mentre andavo in bagno, urlandomi ordini dall'altra parte della porte mentre io facevo, ehm, i miei bisogni.
Con il senno di poi, l'avrei considerata "La mia Maestra". Mi ha resa un avvocato migliore (se non altro, per il mio genuino terrore delle sue critiche). Mi ha insegnato a riconoscere i miei limiti. Ma, soprattutto, mi ha insegnato sulla mia stessa pelle come NON essere un capo. Ho imparato che il modo più veloce per demotivare le persone è svalutarle.
Malcolm X ha detto: "Niente è meglio delle avversità. Ogni sconfitta, ogni delusione, ogni perdita contiene un suo seme, una sua lezione per migliorare i risultati alla prossima occasione".
4. Tieni costantemente a bada il tuo ego
Senza introspezione, è molto facile per i leader cadere vittime del loro ego. Abituati a non sentirsi mai dire di no, i leader sono soggetti a convincersi di essere più abili, più carismatici e più potenti di chiunque altro intorno.
L'umiltà conta. L'anno scorso ho avuto il piacere di ascoltare Christine Lagarde, direttore del Fondo Monetario Internazionale. A dispetto del potere che ha, è una persona molto semplice. Ha detto "quando sono seduta in riunione e c'è molta tensione, io mi dico: "Andiamo, lì fuori c'è la vita, c'è la morte e c'è l'amore. E tutte queste faccende di ego sono nulla rispetto a questo".
Rimani aperta, rimani sempre capace di ascoltare. Dedicati a trovare saggezza ovunque essa sia. Mi piacerebbe ascoltare le lezioni che hai imparato sulla leadership nella tua personale esperienza. Raccontacele nei commenti qui sotto!
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Questo articolo è pubblicato su cortese autorizzazione di Monica, ed è uscito sulla nota rivista on-line di benessere e lifestyle Mindbodygreen. Nella versione originale, puoi trovarlo qui.