In una relazione mi sento o abbandonata o oppressa. Come venirne a capo?

Shelly Bullard Shelly Bullard, 07 marzo 2016
Relazioni complicate Relazioni complicate

Questo modo complesso e disfunzionale di relazionarti potrebbe dipendere da modelli che hai acquisito nell'infanzia

Ti è mai capitato di vivere una di quelle relazioni nelle quali quando uno avanza l’altro si ritrae? Dove quando uno dei due ha bisogno di vicinanza e complicità, l’altro reclama spazio? Questo modello di relazione “attira e respingi” è abbastanza stressante da far stare male chiunque. Eppure, è molto, molto comune.

In questo articolo, cercherà di esplorare con voi come mai nelle relazioni sia possibile sentirsi oppressi ed anche abbandonati, e come andare oltre questa frustrante dinamica.

Come terapeuta, partirò esattamente da ciò da cui ti aspetti che io parta: abbiamo tutti feriti emotive riconducibili alla nostra infanzia. Sono proprio queste ferite a causarci della difficoltà nella nostra vita relazionale ed emotiva, da adulti.

La prima cosa importante da realizzare è che avere di queste ferite emotive non fa di te una persona “sbagliata”. Nemmeno il fatto che la tua famiglia di origine fosse un vero casino fa di te una persona “con qualcosa che non va”. Significa semplicemente che sei umana (e che anche i tuoi genitori lo sono).

Tutti abbiamo un rapporto difficile e controverso con l’intimità, anche se con gradi e sfumature diversi. Le paure principali con cui lottiamo nelle relazioni sono la paura di essere abbandonati e quella opposta di ritrovarci intrappolati ed oppressi (ossia la paura di perdere la nostra libertà). La maggior parte di noi si identifica principalmente con l’una o l’altra di queste due paure.

La paura dell’abbandono è figlia della mancanza, nell’infanzia, di un contatto emotivo stretto e solido.


Se viene lasciato troppo spazio nei primi stadi della relazione tra genitore e figlio, ci sono grandi probabilità che il bambino cresca con la paura di essere abbandonato o di sentirsi respinto. Questa persona sarà probabilmente propensa ad attaccarsi emotivamente e ad a sviluppare dipendenza nelle relazioni intime, in conseguenza della paura dell'abbandono.

La paura di essere intrappolati ed oppressi da una relazione deriva da un contatto troppo stretto; dal non avere avuto spazio sufficiente e dall’essersi sentiti interiormente invasi.

Se nella relazione genitore-figlio non c’è stato abbastanza spazio, è molto probabile che il figlio cresca con la paura di creare un contatto stretto con altre persone. Questa persona tenderà a ritrarsi dalle relazioni soprattutto quando queste si approfondiscono.

In quasi tutti i casi, persone con paura dell’abbandono tenderanno ad entrare in relazione con persone caratterizzate dalla paura di essere intrappolate. Ed ecco che nasce una classica relazione "push-pull".

Uno dei due cerca disperatamente di attaccarsi mentre l’altro si ritrae. Uno schema terribilmente doloroso per entrambe le parti coinvolte.

Se ti riconosci in questa dinamica, è importante che tu tenga presente che essa è molto comune, e che essa è anche una opportunità di crescita per te. Ecco come.

Se hai paura dell’abbandono, devi imparare a rassicurarti e prenderti cura di te senza negarla. Riconosci che è questa la vera ferita che ti condiziona, ed assumiti la responsabilità di superarla.

Il modo migliore e più efficace per farlo è creare un forte contatto con la fonte dell’amore dentro di te. Facendo questo, il tuo bisogno di attaccarti disperatamente agli altri diminuirà. Sparirà del tutto? Probabilmente no. Ma sicuramente si attenuerà.


Quindi, cresci.

Per quelli che invece temono di perdere la propria libertà nelle relazioni, il discorso è molto simile. Se volete sperimentare se vuoi sperimentare la vera intimità nella tua vita, devi affrontare di petto questa paura. Comincia con il riconoscerla e l’accettarla, e col prendertene cura, piuttosto che col fuggirne.

E il modo di prendertene cura è molto simile a quello che ho già descritto.

Mettiti in contatto con l’amore che è dentro di te – senti la sua natura espansiva. Comprendi che nessuno può portarti via da te stessa e dall’amore che è dentro di te; dì a te stessa che tutto andrà bene.

Se riesci a stare in una relazione e contemporaneamente ad accettare questa paura e prendertene cura, crescerai (e così farà anche la tua relazione).

Quando si parla di amore e di intimità, è importante essere molto premurosi con noi stessi e con gli altri. Se stai con qualcuno che ha paura dell’abbandono, empatizza con questa paura dell’altro. Se stai con qualcuno che ha paura di essere intrappolato, empatizza ugualmente con questa paura.

Semplicemente riconosci che i bisogni e le paure del tuo partner sono differenti dai tuoi. Questa empatia sarà destinata a durare a lungo nel tempo.

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Questo articolo è stato tradotto e pubblicato su autorizzazione dell'autrice. Puoi trovarne la versione originale qui.


Shelly Bullard

Shelly Bullard è una ex terapeuta di coppia e familiare diventata poi una nota love coach. Nella sua storia personale, ha usato  l... Scopri di più sull'autore