Ho sempre pensato che il mio futuro sarebbe stato assolutamente perfetto. Mi immaginavo laureata, con un lavoro che soddisfacesse tutte le mie esigenze, un uomo da amare, un matrimonio, dei figli. E non perché venga da una famiglia tradizionalista o alto borghese dove il percorso è pressoché prestabilito.
Ma perché, da sognatrice e idealista, immaginavo la mia vita così. Poi, qualcosa non è andato come doveva andare: improvvisamente quello che immaginavo non si è avverato. I miei peggiori incubi erano tutti lì, a sghignazzare davanti ai miei occhi gonfi e spenti.
Mi sono laureata con il massimo dei voti ma non sono riuscita a intraprendere la carriera tanto agognata. Mi sono ritrovata single, con un figlio e separata. Cioè, praticamente un incubo.
Nulla, nulla è andato al suo posto. E più ci pensavo più mi veniva voglia di scappare.
Per andare a fare la ricercatrice di orsi polari in Artide. O di dedicarmi allo scioglimento della calotta polare. Purché fossi più lontano possibile dai miei sbagli.
Perché proprio a me? La verità è che la vita non si può programmare. Lei, in un certo senso, finisce sempre per stravolgere i nostri piani e scombussolare tutto. Spesso ha più fantasia di noi. Possiamo studiare, impegnarci, prefiggerci degli obiettivi importanti, ed è anche giusto così. Che vita sarebbe se non avessimo dei sogni? Pensate che tristezza!
Ma poi, tutto può andare...esattamente al contrario di come immaginavamo. La vita da adulti non è semplice. Quando si hanno 24 anni si ha coraggio, forza, voglia di arrivare. Poi, quando si esce dal mondo ovattato della giovinezza qualcosa cambia per sempre. Arrivano i bilanci, le responsabilità e non è sempre facile fare i conti con l’idea che avevamo della nostra esistenza e con quella reale. La psiche a volte fa brutti scherzi.
Ti ritrovi a dover crescere un figlio da sola e spesso non sai da dove iniziare. Ce la farò?
Riuscirò a gestire bimbo, casa, lavoro?
Quando ti separi pensieri si susseguono con la velocità della luce. Si è fragili e insicure. Si ha paura, di tutto. Si pensa anche di notte. Si pensa che nulla sarà più come prima. Nulla. Che abbiamo fallito, che il nostro bilancio è peggio di quello di una quotata in default. Ma è davvero così? Quanto pretendiamo da noi stessi? E se invece cambiassimo completamente il punto di vista da cui osserviamo meticolosamente le nostre giornate? E se imparassimo a perdonarci?
Il tempo risolve tutto. Lo dicono le nonne di tutto il mondo e hanno ragione. È un amico affidabile e protettivo. Poi c’è il lavoro che ognuno deve fare su se stesso. E credetemi, non è facile.
Dopo la separazione sono stata in letargia per quasi un anno e mezzo. Vedevo tutto nero. Non credevo più a nulla. La mia vivacità intellettuale e i miei sogni, li avevo chiusi in un cassetto con doppio lucchetto.
Ritrovare l’equilibrio è stato difficile. Ritrovare me stessa lo è stato ancora di più.
Poi, un bel giorno, mi sono guardata allo specchio e mi sono detta: “cosa sto facendo oltre a piangermi addosso?"
"E cosa posso fare per ripartire con più slancio, per ricominciare?”
In quel momento, qualcosa è scattato dentro di me. La voglia di rimettersi in gioco, di ripartire a piccoli passi. Ho aperto il mio blog e iniziato a scrivere. Più scrivevo è più le mie ferite si rimarginavano. Mi sono buttata anima e corpo nel mio lavoro, che al di là delle piccole lamentele, c’è è già questo è moltissimo. Piano piano, giorno dopo giorno, ho iniziato a lavorare sui miei pensieri negativi. Non è stato facile, lo ammetto. Il rapporto con noi stesse spesso è complicato. Ma più facevo qualcosa per me e più guarivo.
Più mi davo la possibilità di “respirare” a pieni polmoni e più sentivo la vita prendermi di nuovo e trasportarmi verso nuove avventure.
I miei traumi, le mie ferite, i miei dolori, sono ancora lì. E non credo se ne andranno mai. Ma ho imparato a prendermene cura.
A sentirli, ad accarezzarli. In altre parole sto imparando a perdonarmi. Per le mie scelte sbagliate, per quello che sono ora, per gli errori. Per tutto.
E più accarezzo la me più bisognosa, più mi sento come un bocciolo in primavera: pronta a fiorire di nuovo.
Questo non significa che io non abbia i miei momenti no. Li ho eccome. Ma è il modo di affrontarli che cambia la percezione del mondo e di noi stesse.
A tutte le persone che si sono separate o che attraversano un periodo buio della loro vita voglio dire questo:
Prendetevi tutto il vostro tempo per elaborare il dolore, vivetevelo, non rifiutatelo, non pretendete da voi sempre il massimo. Siete umani. Tutti caschiamo. Tutti soffriamo. Tutti ci possiamo trovare in una stanza buia per giorni e non riuscire a trovare la luce. Ma vi assicuro che alla fine del tunnel, c’è sempre qualcosa di nuovo. Non potremo mai essere quelli che eravamo prima. Ma chissene importa. Siamo noi con il nostro zainetto pieno di esperienze, belle e orribili.
C’è sempre una nuova occasione alla fine della giornata. Dopo un inverno freddo c’è sempre una primavera piena di colori.
Questa è la vita. A volte è meravigliosa altre volte è indisponente, cattiva umiliante. Ma ci stupisce sempre.
Noi dobbiamo solo imparare ad amarci veramente. Ad ascoltarci, a non essere i peggiori nemici di noi stessi.
Mi sono separata 4 anni fa. I primi tre anni solo stati drammatici. Quest'ultimo, invece, è stato meravigliosamente produttivo. Non sono più la Valentina di un tempo. Non sono più leggera, brillante e pronta a conquistare il mondo. Ma sono cresciuta. E sopra tutto, sono riuscita a dire una frase che da anni mi tormentava:
Io mi perdono.
Io mi perdono.
Ed ora, avanti verso nuove avventure!
***
Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi restare aggiornata sui nostri contenuti, segui subito la nostra pagina Facebook e il nostro profilo Instagram!