Non sono mai stata sposata.
Ho iniziato a frequentare ragazzi quando avevo 17 anni, e ora sono nei miei primi 40 - cosicché ho collezionato letteralmente più di 1000 primi appuntamenti nella mia vita.
Voglio scrivere di qualcosa che nessuno ha mai riconosciuto o identificato, a mia memoria: i traumi da dating. Non scrivo per fare vittimismo su me stessa o chiunque altro abbia collezionato infiniti primi appuntamenti e senta dolore, tristezza, sofferenza, rabbia, senso di perdita. Scrivo per dire questo: ti vedo, ti ascolto, so come ti senti.
La nostra cultura sembra permettere dolore, tristezza e rimpianto se una donna non può concepire. Siamo autorizzati ad avere paura ed essere traumatizzati ed arrabbiati se restiamo senza lavoro. Ma nessuno sembra dare credito a sentimenti simili per chi stia lottando senza successo per trovare un partner.
Questo profondo bisogno e desiderio umano di stare con qualcuno che ci scelga, ci veda davvero, ci ami, è perfettamente normale.
Come anche normali sono i sentimenti di frustrazione, rabbia, vergogna, dolore, paura, perdita e tristezza quando siamo single.
Mi sono accorta di recente, dopo molti anni di queste esperienze e altrettanti passati a negare i miei sentimenti, sommati agli anni di speranze e di rifiuti, di ottimismo e delusioni, che soffro di dating trauma. Anni di queste esperienze hanno creato aspettative e modelli di comportamento in me, che adesso hanno un profondo impatto sui miei comportamenti nelle relazioni.
Riconoscere le difficoltà, il dolore, tutti i sentimenti, può aiutare. Partendo da questo, possiamo alzarci e crescere, alzarci e iniziare ad agire in un modo nuovo e diverso.
Possiamo imparare nuove abilità e modelli di comportamento.
Ma voglio tornare un attimo indietro e parlare direttamente a quelle persone che sono single, che stanno andando a un sacco di appuntamenti, che si sforzano di essere positive e speranzose, provando e riprovando e vivendo emozioni difficili: vi capisco.
Sto lavorando sui miei traumi da dating, togliendo strati e strati di protezione che mi sono stati necessari per incontrare un'infinità di estranei, e condividere con loro qualcosa che sarebbe durato un'ora, un giorno, una settimana o un mese.
Il trauma di conservare un eterno ottimismo, e al tempo stesso dover accettare il proprio bisogno di una connessione profonda. Il trauma di fare uno sforzo infinito di imparare, crescere, riflettere su di sé, provare, provare e riprovare ancora - e non riuscire mai ad ottenere il risultato così profondamente desiderato. Lottando costantemente per ricacciare indietro le lacrime ed amarsi, per continuare a dare senza mai incontrare dall'altro lato qualcuno che fosse capace di amore.
Tutte queste esperienze (e potrei citarne altre...) creano una armatura di auto-protezione che semplicemente va riconosciuta, non importa quanto vorremmo fare finta di niente. Non importa quanto la cultura di dating dominante ci dica che il modo giusto di dare dating sia non attaccarsi e andare avanti come se nulla fosse accaduto dopo ogni insuccesso o rifiuto, non importa quante volte il tutto si ripeta.
Questi traumi mi mettono in una condizione in cui non ero prima di iniziare questo processo. Ci sono ferite che derivano da anni passati indossando una armatura che potesse proteggere il mio cuore, la mia testa e la mia anima.
Sto cercando di darmi lo spazio e la cura che richiedono il fatto di fidarsi, essere aperta ed essere vista in un modo che è fondamentalmente impossibile nelle chat e negli incontri con esseri umani sbucati da chissà dove.
Se sei in trincea e indossi la mia stessa armatura, fai parte della mia gente.
Non sei sola.
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Questo articolo è stato tradotto e pubblicato grazie alla cortese autorizzazione dell'autrice. Puoi trovarne la versione originale sulla rivista di lifestyle Elephant Journal, cliccando qui.