Quante ore ci vogliono per innamorarsi - e perché noi donne spesso "corriamo troppo"

Janis Isaman Janis Isaman, 20 maggio 2020
Colpi di fulmine, farfalle nello stomaco e relazioni "reali" - Photocredit: Artur Tumasjan @Unsplash Colpi di fulmine, farfalle nello stomaco e relazioni "reali" - Photocredit: Artur Tumasjan @Unsplash

Quanto tempo ci vuole per creare una intimità? E davvero in amore possiamo "bruciare le tappe"?

Mi è capitato diverse volte di andare ad un primo appuntamento e concluderlo con la netta sensazione di aver trovato un match.

Ooooh, questa è proprio la persona che cercavo!

E poi, dopo l'appuntamento, lui ha iniziato ad avere comportamenti spiazzanti data l'ottima sensazione che mi aveva lasciato. Perché non mi stava scrivendo? Perché non mi chiamava?

Non capivo: si era creata una certa alchimia, e questa era una cosa che avrebbe richiesto di essere cercata, coltivata, che avrebbe richiesto comportamenti attivi.

I video musicali della mia adolescenza parlavano di emozioni, di tuffi al cuore, tuttavia non capitava mai di incontrare uomini quarantenni che si comportassero come se l'amore fosse qualcosa di davvero importante per loro.

Ho chiesto al mio cellulare: "quanto tempo ci vuole per diventare amici di qualcuno?"

Siri mi ha risposto che ci vogliono dalle 40 alle 60 ore passate insieme per considerare qualcuno un amico "casual", dalle 80 alle 100 ore per essere promossi ad amici e 200 o più ore spese insieme per essere considerati amici stretti.

Sarebbero queste le dinamiche basiche dell'attaccamento umano.

Scioccata, mi sono chiesta se il dating e le relazioni sentimentali seguano una metrica differente. Beh, no: seguono la stessa.

La verità è che non conosciamo qualcuno dopo averci condiviso un pasto di un'ora, e neppure se lo facessimo per due volte. La speranza che un rapporto evolva in una relazione sentimentale non cambia i requisiti "matematici" che ci impone la natura umana.

Le vere relazioni richiedono tempo per svilupparsi, perché richiedono "vera" conoscenza.

Dopo un appuntamento, non abbiamo creato con l'altra persona neppure una connessione sufficiente a poterla considerare un'amicizia non stretta, eppure, dopo soltanto un incontro spesso ci ritroviamo a desiderare una considerazione e una voglia di condividere altro tempo che noi stesse non riserveremmo a rapporti sociali ad un stadio così primitivo.

Davvero ti aspetti che qualcuno con cui hai giusto preso un caffè cancelli programmi precedenti dalla sua agenda solo per stare con te? Che ti scriva dalle vacanze? Che ti mandi foto o selfie tutti i giorni?

Quando il rapporto non si è ancora formato, avere aspettative come quelle che ti ho descritto significa più violare un limite sociale che stabilire positivamente una relazione.

E dall'altra parte dello spettro delle possibilità, vorresti che qualcuno che hai appena conosciuto non faccia mai nulla e lasci sempre a te di prendere l'iniziativa di avviare un contatto? Vorresti che questa persona replicasse puntualmente le tue stesse azioni? Ti aspetti che questa persona faccia passare del tempo, ad esempio, prima di risponderti, per non apparire "bisognosa" o "disperata"?

Oserei dire di no, soprattutto perché le ricerche dimostrano che la risposta di una persona con cui desideriamo avviare una relazione non sarà mai "troppo" veloce. Questo vale sia se parliamo di relazioni romantiche, sia per le amicizie strette. Il "tipo" di intenzione non fa differenza.

Ci vogliono dalle 80 alle 100 ore trascorse insieme per poter conoscere qualcuno, ed è solo nel dating che noi tendiamo a forzare questa fondamentale verità della natura umana. Cambiamo le nostre normali regole di comportamento, e ugualmente iniziamo ad aspettarci comportamenti "irregolari" dagli altri.

Perché desideriamo certe cose, che presuppongono conoscenza reciproca, da qualcuno con cui abbiamo giusto avuto uno o un paio di appuntamenti?

Mi chiedo se per caso questo avvenga perché siamo condizionate culturalmente a credere nella famosa "persona giusta", nell'altra metà della mela. Anche se razionalmente siamo consapevoli di molte cose, la cultura in cui siamo immerse nutre in noi fantasie e fiabe di incontri casuali e successivi "e vissero felici e contenti" che vengono decisi in un istante. Dopo questo momento magico, dopo aver sentito le campane suonare, dovrebbe scattare "inseguimento", "ricerca", "caccia". Tutto dovrebbe accadere in modo ovvio ed evidente - certi articoli su Internet dicono così!

Ma lasciarsi condizionare dalle favole non cambia la matematica delle relazioni.

Quello che le favole non dicono è che una persona con cui si è passata un'ora è... un estraneo, semplicemente.

Le persone vere ed i rapporti umani reali non funzionano come in Pretty Woman o come nei video di MTV. Non c'è bisogno né possibilità di essere sicuri di nulla dopo solo un primo appuntamento. Le intenzioni che abbiamo relativamente ad una relazione non cambiano la metrica secondo cui quella relazione di svilupperà.

E ricorda, prima di aver trascorso almeno 40 ore con una persona non puoi nemmeno ragionevolmente includerla nelle tue amicizie non strette.

Le prime 40 ore sono di fatto dedicate all'osservazione: la persona al telefono o dall'altro lato del tavolo è interessante o divertente? Che comportamenti ha? Il modo in cui approccia la relazione ha senso per te? Percepisci che nella sua vita c'è passione, impegno, compassione? E' una persona motivata, responsabile, di parola? Percepisci un senso di reciprocità? Avverti generosità?

E tu, che sensazioni hai? Sei serena con questa persona? Ti stai impegnando troppo? Avverti ansia? Sei semplicemente te stessa o consulti continuamente manuali e articoli per capire come far funzionare le cose? Con questa persona ti senti più te stessa di prima, o meno?

Nel momento in cui ho smesso di aspettarmi che la persona dall'altro lato del tavolo restasse senza fiato dopo aver passato un'ora con me, ho iniziato a passare le prime 40 ore della mia vita essendo pienamente me stessa.

E' stato lì che le cose hanno iniziato a cambiare nel senso migliore per me.

Adesso mi rilasso. Osservo. rido di più. Mi sento più libera di essere me stessa. Con un uomo con cui esco per la prima volta, mi comporto come con qualunque altro estraneo. E, di conseguenza, le mie connessioni sono diventate molto più autentiche.

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Questo articolo è stato tradotto e pubblicato grazie all'autorizzazione dell'autrice. Puoi trovarne la versione originale qui.


Janis Isaman

Janis Isaman ha scelto come missione di vita aiutare le persone a muoversi meglio, sentirsi meglio, e vivere meglio. Fondatrice di... Scopri di più sull'autore